Dove il vento grida più forte

Groenlandia orientale 2014 – Foto © Luciana Coletti

Voglio iniziare il mio blog con una galleria di immagini raccolte durante il viaggio che più mi ha cambiato, dove ho sentito che in me succedeva qualcosa di particolare.
Quello che ho vissuto durante tre settimane a poca distanza dal 66° parallelo, nella Groenlandia orientale, mi ha regalato occhi “nuovi” per guardare e capire meglio una vita completamente diversa dalla nostra.
Tenteró di raccontare con immagini e parole la meraviglia che ho provato per un paesaggio straordinario, come anche la mia ammirazione per il popolo inuit.

Il titolo di questo articolo l’ho preso in prestito dal libro omonimo di Robert Peroni, uno dei miei più cari amici, che da trent’anni vive lassù.

10 risposte a "Dove il vento grida più forte"

  1. Cara Luciana,
    anzitutto un “in bocca al lupo” per il tuo neonato blog.
    Nel 1999 andai in Islanda. Fu un’esperienza straordinaria, che mi insegnò tanto.
    Io mi occupo di fotografia, vivo ogni giorno tra le immagini. Spesso, quando viaggio, cerco musei, gallerie o luoghi deputati alla conservazione o all’esposizione della fotografia.
    In Islanda, invece, non ho avvertito la stessa necessità. Il mio sguardo, anzi, ha goduto della pressoché totale assenza di immagini. Si è depurato, rigenerato.
    Non solo: al ritorno un rullino in b/n andò pure perso. Ancora oggi ricordo ogni scatto. Nessuna delle sensazioni provate allora si è affievolita.
    Quando una terra è generosa, offre ai sensi di chi la attraversa qualcosa di più duraturo di una fotografia.

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    • Cara Laura,
      ti giuro che mi é venuta la pelle d’oca a leggere il tuo commento… Ho sentito quello che hai provato in Islanda.
      Sei una persona estremamente sensibile anche tu 🙂 Una bella persona.
      “Il mio sguardo si è depurato, rigenerato.” … vero, verissimo!
      Grazie per i tuoi auguri.
      Un abbraccio, Luciana

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